Chi sono
Scommettiamo?
Chi si rende conto che i maschi sono più fragili delle femmine?
Chi conosce i drammatici costi psicologici che comporta ignorarne i bisogni affettivi maschili? Ho scommesso che a breve le emozioni maschili diventeranno argomento di discussione tra la gente. Ma prima di poterlo fare ho dovuto passare attraverso la sofferenza. Degli altri e anche mia.
Se oggi sono così impegnato in questo percorso lo devo anche al mio cammino personale, oltre che professionale.
L’apnea delle emozioni
Credo che la mia storia sia comune a tante altre persone, soprattutto uomini.
Ho imparato presto a chiudermi. Da bambino, quando mi trovavo in una situazione di stress (spaventato o rattristato) mi ritiravo e mi distraevo. E ha funzionato talmente bene che alla fine non mi rendevo nemmeno conto di provare quelle sensazioni negative. Stavo involontariamente costruendo uno dei principali blocchi alla mia crescita e alla mia felicità.
Sete d’aria
Avevo difficoltà a gestire lo stress, a chiedere aiuto, ma fortunatamente mi veniva molto naturale aiutare gli altri, dagli amici in difficoltà a sconosciuti incontrati per caso. Ero spunto dall’idea di creare un mondo migliore, e qualche passo l’ho anche favorito, nel mio piccolo, come iscrivermi ad alcuni enti che hanno favorito la nascita del Tribunale Internazionale Penale Permanente. È così che respiravo.
Esplorare dentro e fuori
A 15 anni scrivevo diari e poesie, attività che non si è più interrotta. Leggendole, gli altri percepivano emozioni che non avrei saputo esprimere diversamente. Ricordo che ero molto affascinato anche dagli eroi e che a volte scrivevo cose che aprivano scenari di grandezza. Ancora non sapevo, ma evidentemente lo sentivo, che la grandezza e le potenzialità vivono dentro ognuno di noi. E la meraviglia si accentuava durante i viaggi, che mi hanno permesso di conoscere il pianeta, la sua natura e le persone che lo abitano ma anche di scoprire il ruolo della bellezza, intesa come una doppia valenza: estetica ed etica.
Il cambiamento come mantra
Quando mi sono iscritto a Psicologia ho toccato con mano quanto siamo tutti connessi. Ho lavorato con le famiglie disagiate, quelle nelle quali i bambini sono vittime di violenza o vengono trascurati. È allora che mi sono diventati insopportabilmente chiari i meccanismi delle emozioni: la paura, la tristezza e la rabbia riescono a bloccare adulti e bambini, rendono le loro menti funzionanti solo a metà esponendoli a incontrollate tempeste emotive. Le emozioni non sono per nulla effimere, impalpabili. Le emozioni bloccano, deviano, feriscono. Possono anche far ammalare. E le mie? Dove le avevo chiuse? Cosa avrebbero potuto farmi? Riconnettere emotivamente i bambini ai loro genitori mostrò enormi potenzialità curative. Per loro e anche per me stesso.
L’apnea del corpo
Ho scoperto infine cosa fare del corpo, come usarlo, grazie a un corso di apnea con Umberto Pellizari. Come si può scendere in mare a decine di metri senza imparare a gestire la paura, lo stress, l’ignoto delle proprie reazioni? La solita strategia dell’evitamento non funzionava: quello che emergeva dal profondo di me andava guardato e superato.
Un elemento fondamentale è stato scoprire l’importanza del gruppo. Non puoi affrontare il blu (così lo chiamano gli appassionati dell’apnea) senza assistenza, senza la piena fiducia in uno o più compagni che possono salvarti la vita in caso di pericolo. La connessione e la collaborazione hanno così assunto una luce nuova e stupefacente. Quanto coraggio possiamo acquisire se siamo parte di un gruppo umano coeso e motivato!
Le sensazioni del corpo e quelle emozioni forti, spesso relegate a margine dalla nostra cultura, sono invece irrinunciabili alleati, per la consapevolezza e la vittoria.
Il respiro di oggi
Oggi il mio impegno nell’aiutare le persone è ad ampio respiro.
Opero su tre fronti:
Il primo è quello dell’emancipazione delle emozioni maschili, rivolto alle persone comuni. In questo ambito cambiare il proprio alfabeto emotivo ha grandi vantaggi anche per le relazioni nel mondo del lavoro, coinvolgendo lo stile di leadership.
Il secondo è quello della formazione ai colleghi, per un cambiamento nel modo di entrare in relazione con i loro pazienti, più profondo e connesso. Colleghi che lavorano con le coppie, o colleghi che hanno bisogno di conoscere meglio le emozioni maschili per lavorarci.
Il terzo avviene tramite la psicoterapia, dedicata ai problemi soprattutto delle coppie e delle famiglie.
L’ossigeno è a disposizione di tutti: basta sapere come fare a trovarlo.