Un esempio di visione sistemica è molto familiare. In una coppia la moglie brontola perché il marito si ritira e non le parla. Il marito si ritira perché la moglie ha sempre qualcosa da contestargli. Chi ha ragione? Nessuno, oppure entrambi. Dal di fuori è facile osservare come siano imbrigliati in un processo circolare. Non si tratta di cambiare il comportamento dell’altro, ma di cambiare gioco.

Mente e corpo sono le due parti del “sistema uomo”, ma non tutte.  L’essere umano è poi inserito in sistemi di persone, come le aziende; le aziende sono inserite nel mercato, e così via. Lo sguardo sistemico vede i sistemi, non una parte sola. Ha l’ambizione di vedere la matrice di un ambiente, proprio come nel film Matrix.

La biologia (come l’ecologia) offre tantissimi spunti di visuale sistemica. Uno di questi riguarda le origini della vita sulla Terra. Intorno a 2,7 miliardi di anni fa sono comparsi i primi batteri che come scarto producevano ossigeno, allora inesistente. Fino a quel momento le condizioni dell’atmosfera permettevano solo forme di vita che facevano a meno dell’ossigeno. Nel giro di qualche era il livello di questo prezioso gas si è incrementato, fino al punto da permettere la nascita di batteri molto più energetici in quanto bruciavano l’ossigeno nel metabolismo (esattamente come avviene a noi).

Con lo sguardo sistemico vediamo le interrelazioni, scoprendo così che la vita produce cambiamenti nell’ambiente che a loro volta consentono la nascita di nuove forme di vita.

Riassumendo l’approccio sistemico consente di:

  1. Verificare il feedback delle azioni compiute dentro un sistema
  2. Mostrare attenzione ai contesti
  3. Prestare attenzione alle relazioni e alle dinamiche, non solo alle caratteristiche dei singoli
  4. Trovare i piccoli cambiamenti che possono dare un grande impatto (legge del caos e della complessità)
  5. Leggere i diversi livelli della comunicazione (verbale, non verbale, ambientale)